martedì 29 giugno 2010

Per un nuovo miraggio italiano




Fin dall'immediato dopoguerra, con l'avvento del conSumismo e del grande sogno americano, la società moderna è progressivamente diventata sempre più edonistica ed individualistica; ciascuno ambisce singolarmente al proprio benessere e, se possibile, al proprio successo. Proprio il concetto di successo va però distinto da quello più monetario di ricchezza: la ricchezza la si può ereditare od ottenere grazie ad una vincita alla lotteria, ma il successo, che va a braccetto con la fama, è per definizione uno status che si raggiunge grazie a determinate capacità personali, doti naturali e, in molti casi, grazie ad un forte carisma ed abilità di persuasione. Insomma, il successo lo si guadagna, non si eredita, e per questo esercita un forte ascendente sull'opinione pubblica. Una persona non particolarmente colta, ma di grande successo (caratteristiche che, come si vedrà, non sono contrastanti), può permettersi di fare e dire qualsiasi cosa, anche contro il comune buonsenso, senza dover temere di perdere popolarità.

Specialmente qui in Italia, una persona che abbia ottenuto successo e potere grazie ad un prodigioso fiuto per gli affari e ad alcune amicizie molto discutibili, può restare a capo del Governo per diversi anni ed in più legislature. Si aggiunga poi che questa persona dà lavoro a moltissime maestranze grazie alle sue numerose aziende che, fisicamente, non producono

ASSOLUTAMENTE NULLA.

Tali aziende, di fatto, offrono entertainment, cioè svago e sollazzo momentaneo lontano dalle preoccupazioni della vita quotidiana a dalla realtà che ci circonda. D'altra parte la gente brama svago, divertimento e piacere più dell'aria che respira. Un Paese come questo sicuramente NON HA LE PALLE per assumersi le proprie responsabilità ed accettare il fatto che è ora di versare lacrime e sangue e mettere in condizioni di NON nuocere tutti coloro che finora si sono presentati come paladini della crescita, dell'ottimismo e dei consumi gioiosi. Queste persone, in quanto tali, meritano rispetto umano, ma non di più; che piaccia oppure no, sono lì perché CE LI ABBIAMO MESSI NOI. Noi non ci siamo fatti abbindolare, piuttosto ci siamo lasciati abbindolare, è diverso. Siamo tutti cittadini del medesimo Popolo Sovrano Italiano, almeno sulla carta, quindi in teoria non abbiamo alcun diritto di considerare la “casta” come qualcosa di invincibile, calato dall'alto contro la nostra volontà. Questo sistema mafioso clientelare ed autoreferenziale che soffoca qualsiasi iniziativa meritocratica è semplicemente COLPA NOSTRA.

Ma noi siamo ormai tutti schiavi del quieto vivere, affidiamo le redini nella nostra sgangherata Nazione a persone che hanno ottenuto grande successo nella finanza e nell'imprenditoria, con la speranza che, grazie al loro “talento” innato nel creare ricchezza, riescano a realizzare un nuovo miracolo italiano di cui tutti noi possiamo beneficiare. Tuttavia non è tutto oro quello che luccica: queste persone hanno ottenuto il loro successo in un periodo storico di grande abbondanza grazie ad un loro talento particolare per il business, per quanto esso fosse di notevole dis-utilità sociale. Queste persone, per spiegarla in modo che possa capirla anche un bambino di 10 anni, sanno fare bene alcune cose che portano a loro tanti soldi, diversamente da altre persone che sono geniali in altre attività che fruttano loro al massimo uno stipendio da 5000 €/mese (ad esempio prof.universitari, fisici nucleari, luminari della medicina etc etc).

Quindi, il fatto che alcune persone siano geniali negli affari (talvolta loschi), non implica necessariamente che dobbiamo venerarli come profeti. Ad esempio, taluni boss mafiosi si possono reputare geni del crimine, ovvero degli affari illegali, ma non per questo sono persone da ammirare ed imitare. Eppure il denaro consente di comprare il rispetto e l'ammirazione delle persone, per questo molti mafiosi godono “dell'amore” da parte di tutta quella gente che beneficia della loro protezione e magnificenza. Le donne che aggrediscono le squadre della DIA, quando queste catturano i boss mafiosi nei quartieri degradati, hanno perlopiù figli disoccupati e tossicodipendenti proprio a causa dell'ambiente criminogeno che la mafia riesce a creare; la DIA, in linea di principio, gli farebbe un piacere, ma a quanto pare i favori e la magnificenza dei boss sono molto più importanti della disintossicazione del figlio drogato e della sua occupazione con un onesto impiego.

Analogamente, certi politici dell'attuale maggioranza fanno leva sul proprio successo e magnificenza per ottenere consenso da parte del popolo inconsapevolmente ignorante. Al popolo interessa ascoltare i gossip e i rotocalchi rosa, rimanere inebetiti dalle chiacchiere calcistiche, vedere ragazzine svolazzanti in gonnella, sentire parlare di insulsa mondanità... in breve, al popolo interessa guardare i programmi Mediaset; chi ha concepito ed edificato Mediaset avrà sempre la chiave del cuore del popolo. Qualcuno però ha sviluppato nel tempo una singolare immunità alla TV ed ai mezzi di informazione di massa, qualcuno sa cosa sta veramente accadendo ed avverte un senso di conato nella visione di Studio Aperto, del TG4 e degli editoriali di Minzolini.

Va detto che fra i vari prodotti di Mediaset, taluni programmi comici possono ritenersi veramente intelligenti, ma solo perché sono comici ed in tal senso svolgono bene il proprio lavoro; i programmi concepiti per essere “seri” si dimostrano invece farseschi. Se fossero veramente seri dovrebbero raccontare la realtà, quindi dovrebbero svelare scomode verità sui grandi “boss” di Mediaset stessa. Ma il tempo sta scadendo anche per le TV commerciali Mediaset & C.: la pubblicità televisiva non paga più come una volta visto che ormai si è spostata in Rete, piuttosto è più conveniente offrire programmi pay per view oppure on demand sui canali digitali, così almeno ciascuno paga in base a quello che vede e non se ne parla più. Con ciò si spiega la digitalizzazione coatta delle TV italiane, e lo scarso interesse dell'attuale Governo per la banda larga.

Ma non stressiamoci troppo con queste considerazioni, rilassiamoci un pò e guardiamo il telegiornale; anche l'informazione ormai è diventata entertainment, e a buon diritto può essere chiamata "infotainment". Questo non preoccupa minimamente l'italiano medio perché gli dà ciò che vuole: le irresistibili interviste alle persone in spiaggia sulle loro impressioni vacanziere, i preziosi consigli di non correre a piedi per la città nel pomeriggio rovente con 45°C all'ombra (oppure di coprirsi bene d'inverno se la "colonnina di mercurio" arriva a -5°C), gli ultimi aggiornamenti sulle vacanze della Canalis e George Clooney, il riepilogo delle disavventure sentimentali dei principini d'Inghilterra, la movida serale di Melita, le difficoltà riscontrate dall'uomo più grasso (o più alto) del mondo nell'uscire di casa, gli ultimi avvistamenti dell'orso Dino nel Vicentino, etc etc etc. Se tutta questa "informazione" viene fornita giornalmente vuol dire che potenzialmente un buon 60% della popolazione è pronta a recepirla, altrimenti non ci sarebbero ricavi pubblicitari.

Questa "informazione" offre il miraggio di una realtà che non esiste, una visione del mondo costruita a tavolino per gente che al di fuori del lavoro è semplicemente "preoccupata" di godersi la vita oppure di svagarsi. E' allora molto difficile spiegare a 60 milioni di persone che le cose stanno per volgere al peggio proprio a causa di quei personaggi (di successo) che gli propinano l'entertainment; tutta questa gente non è predisposta a comprendere un tale messaggio. Ha forse più senso fare quanta più informazione possibile per arrivare all'attenzione di tutti coloro che, per propria natura, sono predisposti a recepire

LA PURA VERITA'.

Nessun commento:

Posta un commento